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Chissà se ti ricorderai?

Perché hai scelto così?
Tutto stava per finire…
Camminava malinconica, i suoi capelli neri le coprivano gli oc
chi…

Guardava le vie, le strade, i muri i cancelli, come fosse la prima volta li vedesse.
Li guardava con lo stupore di scoprire ancora qualche particolare, piccolo dettaglio che magari non avesse mai notato.
Ma i suoi occhi si inumidivano subito riconoscendo i fiori sui davanzali, le finestre delle case e tutto quell’universo, il suo universo. Tutto quel mondo che per tanti anni l’aveva vista gioire, piangere, faticare…vivere, vivere semplicemente, fortemente, intensamente, ancora vivere…
Tante cose, incontri, persone, progetti, amori.
Sentiva quasi le voci, le risa, i pianti, i racconti, le parole, la frasi dette quelle non dette i silenzi…
Lacrime, sorrisi, emozioni, vita.

Perché hai scelto così?

Tutto stava per finire, nulla sarebbe più stato come prima.
Gironzolava per le vie, le sue vie, l’anno nuovo era alle porte e il vecchio, come un vortice, in breve avrebbe trascinato via tutto il trascinabile mentre il passato aveva già iniziato ad allontanarsi.

Sandra sorrise ripensando a tutte le volte che, al cellulare, raccontava a Vivien quello che accadeva…avveniva lì, in quegli angoli, in quei rivoli di città.

Perché hai scelto così?

Arriva un giorno che qualcosa cambia, qualcuno arriva, illumina le cose, le rende ancora più belle. E se tutto è già bello, diventa ancora più bello, si trasforma ancor più in gioia, emozione, sogno, amore.
Tutte quelle voci, i progetti, le attività, gli svaghi erano diventati d’improvviso ancora più luminosi, più coinvolgenti.
La vita può cambiare in un solo istante, la felicità arrivata d’improvviso, come fosse stata dietro l’angolo, pronta all’incontro.

Perché hai scelto così?

Nessuno resta con noi in eterno. Ci si incontra, si scambia, si vive, ci si vuol bene, poi, inevitabilmente ci si separa, le strade si dividono irreversibilmente.
Qualcuno scompare, c’è chi non può rimanere accanto a noi.
E di loro, solo assenza e ricordi inafferrabili.

Sandra pensò che dopo il capodanno avrebbe ripercorso quelle stesse vie, continuato le medesime cose nonostante il mondo intorno a sé forse l’avrebbe a malapena riconosciuto.

Perché hai scelto così?
E non avrebbe potuto neppure chiederlo.
A volte i segreti possono essere molto profondi.
A volte i segreti non si possono raccontare e le emozioni vanno rinchiuse in scrigni dorati.

Perché hai scelto così?
Pianse. Non ci sarebbe stata che la sua assenza, il ricordo di un sentimento che aveva cambiato la sua vita, illuminato ogni cosa, colorato ogni emozioni di dolci tonalità meravigliosamente armoniche.

Non ti ricordi?
Chissà se ricordava come ricordava invece lei, il primo incontro, il bello di ogni momento insieme, gli sguardi, la paura del lasciarsi. Il litigare, sbagliare frase, ferire la sensibilità. Poi i piccoli gesti che riscaldavano il cuore, una complicità quasi inconsapevole, l’emozione di vedersi, riconoscere i suoi passi tra cento…

Chissà se ti ricordi?

Chissa se ti ricorde
rai?

Scrivere, comporre non sarebbe bastato a colmare la sua assenza.
Un’assenza dolorosa come una morte lenta, che avrebbe spento a poco a poco tutta quell’inaspettata gioia di un incontro non previsto, di quel dono divino, di quel dono di Dio.
Di quell’angelo arrivato, poi volato via.

Ma l’amore è andare oltre di sé, oltre i confini dell’io, oltre i limiti del per sé possibile.
Amare è davvero il bene dell’altro, altrimenti diventa il proprio e non si parla più di amare qualcuno ma significa amare se stessi.
Come aveva amato Sandra lo sapeva solo lei. Davanti a loro la libertà del vivere e del scegliere, lasciar andare senza chiedere, infondo amare è lasciar andare senza chiedere…

Perché hai voluto lasciarmi?
Ma se lo hai fatto perché era meglio per te, allora anch’io sono felice.
Liberare l’affetto dall’ingombro di sé, liberare chi si ama dall’ingombrante presenza di un desiderio troppo forte.

Perché hai voluto lasciarmi?
In mente una frase di Luisa Muraro, un pensiero che esprime in uno dei suoi meravigliosi testi che aprono il cuore al cielo dell’amore…
“Volersi bene, senza fare troppo ingombro. Si, certo”. La risposta.

Ormai era ora di andare.
Rievocò ancora per un momento frammenti di ricordi di una gioia che ora si trasformava in un dolore solo suo. Suo, unicamente solo suo.
Frammenti di ricordi.
Come una giostra che gira forte con la musica tra luci e chiassose voci allegre…
Gira forte forte forte sempre più forte….musica, voci, musica musica musica…
Gira gira gira. Poi lentamente perde quota, rallenta, rallenta ancora fino a fermarsi. Termina la sua corsa. Poi solo silenzio.

Ricordati di me, ti prego…

Sandra si rianimò da quel dolce torpore.
Era ora di andare.
Si incamminò lentamente, il doloroso segreto nella sua mente.
Camminò sempre più spedita verso il nuovo anno…
Una nuova vita.
Sorrideva al pensiero di quante cose la stavano aspettando…
Le luci delle feste erano luminose e colorate.
A gennaio non ci sarebbero state più.
Il dolore della malinconia era lancinante.
L’avrebbe accompagnata per sempre nelle sue gioie e nei suoi dolori, nei suoi progetti e nei suoi affetti.
Come una goccia di luce, di emozione di vita, dentro la sua vita.

Serena Fuart

Chissà se ti ricorderai?
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